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Il Codice Mondiale Antidoping, la carta fondamentale in materia nell’ambito del diritto internazionale dello sport, è stato adottato per la prima volta dall’Agenzia Mondiale Antidoping nel 2003, è entrato in vigore nel 2004 ed è stato successivamente emendato ogni seennio, tale per cui l’ultima versione è datata 1° gennaio 2021.

Il Codice è integrato da otto regolamenti di carattere tecnico-operativo, detti Standard Internazionali, che ne favoriscono l’attuazione di dettaglio in determinate aree: lista delle sostanze e metodi proibiti; controlli antidoping e investigazioni; laboratori; esenzione a fini terapeutici; protezione dei dati personali; conformità dei firmatari; formazione e gestione del risultato.

La Lista delle sostanze e metodi proibiti è predisposta dall’Agenzia Mondiale Antidoping ed entra in vigore, salvo diverse indicazioni, tre mesi dopo la sua pubblicazione da parte della WADA sul proprio sito; essa comprende sia le sostanze e i metodi proibiti in competizione e fuori competizione, sia le sostanze e i metodi proibiti solo in competizione.

Per quanto riguarda i controlli antidoping e le investigazioni, si tratta della principale finalità degli Standard Internazionali, volti alla pianificazione dello svolgimento di test efficaci, sia in gara che fuori gara, preservando l’integrità e l’identità dei campioni biologici prelevati sino al loro trasporto presso il laboratorio accreditato per lo svolgimento delle relative analisi. In merito a ciò, gli Standard si propongono di razionalizzare le procedure di raccolta, valutazione e utilizzo dei dati e lo svolgimento delle indagini riguardo a eventuali violazioni.

Lo scopo degli Standard Internazionali per i laboratori è quello di garantire la produzione di risultati dei test antidoping validi e uniformi anche dal punto di vista processuale, tale per cui vengono specificati anche i criteri che devono essere soddisfatti dai laboratori stessi per raggiungere e mantenere l’accreditamento da parte della WADA.

Lo scopo degli Standard per la protezione della privacy e delle informazioni personali consiste nell’assicurare il rispetto, da parte di tutti i soggetti istituzionali coinvolti nelle procedure antidoping, di un livello minimo di tutela dei dati personali degli atleti, con particolare riferimento ai whereabouts (controlli senza preavviso), ai controlli antidoping e alle esenzioni ai fini terapeutici.

Il Codice attribuisce alla WADA la responsabilità di monitorare e far rispettare da parte dei firmatari il Codice e gli Standard Internazionali, con il chiaro scopo di garantire che regole e programmi antidoping strutturati e conformi al Codice vengano implementati e applicati in modo coerente ed efficace in tutti gli sport e tutti i Paesi, in modo tale che gli atleti che rispettano le regole possano avere fiducia nell’esistenza di una concorrenza leale e in condizioni di parità, così come anche il pubblico di appassionati circa il mantenimento dell’integrità dello sport.

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Carlo Rombolà

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